20081221

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"Sei per l'essere o per l'apparire?"
"Per l'essere".

Tutti in grado di prendere questa posizione a parole.
In realtà chi a quella domanda risponde "essere" non è che per l'apparire, perchè si dimostra dell'idea che si possa essere anche solo attraverso le parole.
Coerente oltre ogni misura è invece chi risponde "apparire". Egli dimostra di conoscere l'essere e le sue caratteristiche fondamentali. Tra le quali quella di non supportare vuote parole.

"Io sono per l'apparire".

20081219

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Secondo apparenza sei il migliore, nessuno riesce a superare i tuoi risultati.
Secondo essenza sei ultimo, tanti sopra di te si muovono nella luce di una libertà che tu, pur arrancando una vita intera, non assaporerai mai.
E' questo il destino di chi sceglie la via del compromesso, di chi mette se stesso dopo interessi contingenti. E' questo il destino di chi privilegia l'apparenza all'essenza: dover guardare la propria essenza essere morta, schiacciata sotto un'apparenza che non è vita, che non è umana, che non è libera.
L'apparenza che non è.

20080811

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"Non si deve mai generalizzare" è la generalizzazione più grossolana e ridicola che la superficialità umana sappia contemplare.
E pure così ho generalizzato...

20080809

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E' mediocre sentirsi eccellenti per il solo fatto di saper ammettere la propria mediocrità.

20080807

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Cos'è mai la verità se essa vive delle menzogne più accuratamente costruite, delle mistificazioni più abili, delle più profonde defezioni degli uomini onesti? Conoscete voi un uomo onesto che non abbia mai dovuto mentire per difendere, a suo dire, la verità? E qual è poi la verità, quella menzogna? E si potrà mai ritrovare finalmente la verità se essa deve essere ricoperta così tante volte di tutte queste menzogne? Non è destinata essa a svanire del tutto? Chi sarà poi in grado di individuarla, di intravvederla sotto questa fitta e inesplicabile rete di falsità? E se anche si potesse vederla, lì sotto, agonizzare terribilmente, chi mai potrebbe riuscire ad infilare gli arti della ragione tra tutti quei nodi e intrecci e tirarla fuori ancora intatta e pulsante?
Appare chiaro che la verità può salvarla soltanto l'amore. Un amore oltreumano, che nasca al di là di ogni logica della mente. Perchè dalla mente non nascono che apparenze, cioè menzogne.

20080718

...H

Passo dopo passo cammina sicuro l'uomo diverso. Non è pesante il suo andare ma non è leggero, non è normale. E' un passo solitario perchè è solo esso così, tra gli infiniti passi del mondo. Egli ferma il passo suo sulla terra e ad ogni avanzata sa sempre più forte d'essere diverso. Gli altri non lo vedono mentr'egli passa. Gli altri vedono soltanto loro stessi, e non camminano soli ma si sentono in tanti, e lo sono. Hanno tacitamente deliberato di lasciare che l'uomo diverso, col suo passo imbarazzante perchè solitario, prosegua da solo e perciò non lo vedono. Lui lo sa, l'uomo diverso. Ad ogni ulteriore avanzata sa sempre più forte, ne è sempre più sicuro di essere diverso, ma soprattutto è sempre più preparato a fronteggiare una tale situazione. Arriva un momento, dopo che egli ha camminato lontano oltre il clima e le stagioni, oltre il tempo, oltre la mente e il suo pensiero... arriva un momento che l'uomo diverso non se ne cura più. Non sente nemmeno più il solletico degli sguardi assenti e del rifiuto che gli appiccicano addosso, tutto questo smette di vederlo, dopo quel certo momento. Giunge dunque a sapere una cosa che le persone normali, quelle che ci tengono ad essere riconosciute normali, non sapranno mai di lui: che egli non è diverso. E' altro l'uomo diverso. Egli è certamente oltre. Non diverso, perchè diversità non è che un'uguaglianza meno simile del solito. Egli non è simile, è un'altra cosa.
E allora cammina in braccio al vento, la testa alta sente l'aria, lo sguardo punta oltre la luce, la mente è oltre la realtà intorno. Cammina e vede un mondo diverso l'uomo diverso. Vede ciò che solo lui vede, mentre gli altri non lo sanno, non lo immaginano, mentre gli altri non vogliono vederlo. E l'anima gli soffia un vento e gli racconta vite, e il vento gli nutre l'anima. Cammina l'uomo diverso, sprezzante ma senza arroganza, senza rancori perchè egli è altro. Cammina e ad ogni avanzata sa sempre più forte di essere altro, di essere oltre, di essere se stesso.

20080628

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Un animo onesto non lo dice mai. Un animo onesto è onesto e tanto basterà sempre agli occhi della sua onestà. Un animo onesto pensa, guarda, immagina; e dopo agisce senza mai produrre attorno a il fumo pirotecnico del vanto, della valutazione riflessiva, della spiegazione di . Egli è e questo lo sa. Intorno a lui tanta nebbia pesante, duro per lo stomaco si figura ogni passo, duro doversi fare largo, tra luci bugiarde e persino false ombre. L'animo onesto non dà alcuna importanza all'immagine di , non la cura, non la considera in quanto immagine. Egli preferisce parlare di essenza, pura ed immediata sostanza. E solo così ragiona, perchè troppo esperto, suo malgrado, la vita lo ha reso dei mali devastanti e inevitabili di ogni cultura dell'apparenza. Un animo onesto sa che un animo onesto non abbisogna mai di parole per manifestarsi. Per gli animi onesti nient'altro che loro stessi, senz'alcuna mediazione, è il massimo della rappresentazione.Si affannano gli altri, gli animi nebbiosi. Essi sanno di non potersi mai presentare nudi dinanzi agli altri, perchè senza tanto fumo, tante parole, tante luci ed altri abbellimenti di superficie, troppo palese sarebbe l'evidenza della loro pochezza. Allora hanno, col tempo, trasformato la loro vergognosa e colpevole mancanza in sistema, in qualcosa di ordinariamente naturale, non più l'eccezione ma la triste regola. Dura l'azione di chi è animo onesto, animo che è, sa di esserlo, non lo dice mai. Dura, perchè onestà è diversità, scalpore, imbarazzante luce che svela ogni altrui misfatto od omissione. Vogliono rivestire anche lui, l'animo onesto, questi animi superficiali, con tante parole, tante superfici, così da potergli negare l'onestà, per poter negare in assoluto l'onestà. Ma l'animo onesto rimane onesto. Non soffoca sotto il fumo, non si indebolisce la sua luce di scandalo e d'offesa, anzi si rafforza e diventa bagliore. Non vacilla nella solitudine, l'animo onesto. Non si ferma nemmeno di fronte alla strada sbarrata, non ha paura di perire, non ha dubbi, non cede all'incertezza, mai lo sfiora la corruzione. Agisce e lascia che sia la sua onestà a parlare per lui. Non si lascia confondere dalle apparenze, dalle superfici che gli altri usano per nascondersi, per rappresentarsi con l'inganno. Egli è onesto e perciò abbatte senza pietà umana ogni velo di apparenza, svela ogni mistificazione, dimostra ogni frode. Un animo onesto non lo dice mai. Se lo dice si eguaglia agli animi superficiali, opera secondo apparenza, perciò smette di essere onesto. L'animo onesto è e questa è la sua grande forza, l'unica forza vera al di là delle menzogne. Uccidere l'animo onesto è renderlo martire in quanto l'onestà non muore con lui ma trapassa a vita più forte. si può uccidere l'onestà in luogo dell'animo onesto, perchè essa è l'unica vera forza, l'unica reale al di là dell'apparenza. E un animo onesto lo sa.

20080623

23.

Perde l'Italia. Perde la recidiva, miope, adolescente Italia, inciampa ancora contro se stessa, contro la sua incapacità di imparare dal passato. La nostra mediocrità ce l'abbiamo stampata addosso, inevitabilmente. Ancora una volta sopravvivono solo le chiacchiere, le vuote e retoriche parole ridicole di chi dopo il suicidio vuole ammazzare anche il cadavere. Magari sapessimo mirarlo quel corpo morto, triste vittima dei propri limiti! Magari sapessimo imparare a capire perchè, perchè cadiamo ripetutamente dove già è successo, nello stesso punto. Forse è ostinazione, siamo ostinati nel credere di poter sempre scampare la rovina, sempre nello stesso modo. Mai una volta che scegliessimo una strada diversa, la strada dell'umiltà e del sacrificio, oppure quella della forza che è dura a morire, il sacrificio coerente di chi tiene più cara la morte di una vittoria senza gloria. Solo la storia periodicamente sceglie di venire a salvarci per un . E allora noi crediamo che sia il frutto della nostra ostinazione cieca e per questo proseguiamo gioiosi di una riuscita che non ci appartiene davvero, come poi dimostriamo, quando non sappiamo più pedalare senza nessuno che ci sostenga impedendoci di cadere. Noi, popolo senza memoria, forse un giorno impareremo da noi, da ciò che siamo, forse guardandoci consapevolmente romperemo le nostre secolari tendenze all'autodistruzione. Forse... Un giorno... Ma c'è ancora tanto da lavorare. Per cominciare, c'è da iniziare il lavoro.