... ma infine non restano che le vaghe tracce e le vuote forme, tristi, di ciò ch'era un tempo. Delle luminose speranze, anima e senso del presente; e dei rifiuti orgogliosi branditi nel nome di una Libertà respirata; e delle frivolezze effimere, eterne ed irrinunciabili alleate d'ogni luce e buio; e delle solitudini gridate e rabbiosamente esplose contro tutto il colpevole silenzio del mondo; e dei banali errori, anch'essi irrinunciabili e non sbagliati, mai! perchè come null'altra cosa figli di una Volontà santa e grandiosa; e del saper dove andare, e del non averlo mai saputo; e di ogni inconsapevole contatto con la divina Cultura, vergognosamente soffocata nella morsa di innumerevoli obbrobriose forme mondane; e di quella coscienza così genuina ed onesta verso la Vita, del poterla abbracciare orgogliosamente come superficie visibile della propria anima; di tutto questo non resta che una lontana eco portata da una tiepida brezza d'autunno.
Ora la realtà tace, chiude occhi e orecchie di fronte alle ultime deboli note del tuo grido. E la Libertà, tanto ambita e sognata, tanto vissuta dentro se stessi e proiettata fuori come una figlia dell'aria ch'era dentro il petto; anche la Libertà tace, appassita dopo che appassì l'Intelligenza, divina madre di ogni libertà. E vivere non è più essere se stessi, non puoi più esserlo! Devi accettare il compromesso della realtà, toglierti tutto ciò di cui hai goduto prima, perchè adesso non è utile.
Ma il grido ancora non tace. Il grido di rabbia contro il mondo non vuole acquietarsi! Se riuscirà a non perire, se quest'albero avrà la forza di tenersi attaccata anche soltanto una foglia seppur secca; allora forse si potrà respirare di nuovo il vento fresco e vigoroso della Vittoria!
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