... ma infine non restano che le vaghe tracce e le vuote forme, tristi, di ciò ch'era un tempo. Delle luminose speranze, anima e senso del presente; e dei rifiuti orgogliosi branditi nel nome di una Libertà respirata; e delle frivolezze effimere, eterne ed irrinunciabili alleate d'ogni luce e buio; e delle solitudini gridate e rabbiosamente esplose contro tutto il colpevole silenzio del mondo; e dei banali errori, anch'essi irrinunciabili e non sbagliati, mai! perchè come null'altra cosa figli di una Volontà santa e grandiosa; e del saper dove andare, e del non averlo mai saputo; e di ogni inconsapevole contatto con la divina Cultura, vergognosamente soffocata nella morsa di innumerevoli obbrobriose forme mondane; e di quella coscienza così genuina ed onesta verso la Vita, del poterla abbracciare orgogliosamente come superficie visibile della propria anima; di tutto questo non resta che una lontana eco portata da una tiepida brezza d'autunno.
Ora la realtà tace, chiude occhi e orecchie di fronte alle ultime deboli note del tuo grido. E la Libertà, tanto ambita e sognata, tanto vissuta dentro se stessi e proiettata fuori come una figlia dell'aria ch'era dentro il petto; anche la Libertà tace, appassita dopo che appassì l'Intelligenza, divina madre di ogni libertà. E vivere non è più essere se stessi, non puoi più esserlo! Devi accettare il compromesso della realtà, toglierti tutto ciò di cui hai goduto prima, perchè adesso non è utile.
Ma il grido ancora non tace. Il grido di rabbia contro il mondo non vuole acquietarsi! Se riuscirà a non perire, se quest'albero avrà la forza di tenersi attaccata anche soltanto una foglia seppur secca; allora forse si potrà respirare di nuovo il vento fresco e vigoroso della Vittoria!
20090424
321... ..!
20090404
.....1!
...e poi ci sono le parole che ti tirano fuori l'anima, quelle in cui puoi metterci tutto te stesso, e lasciare che volino, leggere nella loro pura spiritualità. E tu voli con loro, ti tendi verso l'Infinito fin quasi a dissolverti in esse, come se tu fossi solo quelle parole, solo quello spirito che c'è dentro di esse: non più corpo, non più sensi, non più mente... Solo essenza! E allora t'accorgi che tutto il resto, la strada che hai percorso per arrivare fino a lì, gli alberi che t'hanno dato l'ossigeno, gli uccelli che t'hanno indicato la via, le case che t'hanno spinto a non abbandonare l'intento, persino la musica che dolcemente ti ha salvato dalla paura, tutto, il tuo nome pure e il nome di lei, e chi sei e cos'è il mondo e cos'è l'umanità e cosa essa valga; tutto sfuma via come eternamente inutile. Solo la tua anima resta insieme a quella di lei, che se anche le labbra fossero eteree null'altro più ti terrebbe ancora attaccato alla terra, e finalmente voleresti via con lei nella grandiosa Astrazione!
20090215
15-
Un'arte che non ha radici, la politica. Sorvola la storia dell'uomo senza posarsi mai a terra, senza tornare mai a casa, là dove una spedizione di soldati dell'onestà (ma proprio per questo più strettamente uomini di chiunque altro - nel vero senso della parola "umano") possa giungere a depredare, distruggere, saccheggiare, "stuprare" così come oggi lei - la politica - non disdegna di stuprare costantemente il popolo.
Magari essa fosse stata così ingenua da lasciare tracce di sè, da rincasare di tanto in tanto così da poter essere seguita lì, nel luogo della sua genesi, per poter intervenire su quella radice malata, l'origine di infiniti mali futuri.
La realtà è che noi dobbiamo guardarla ed accettarla così come essa è, la creatura mostruosa che sa generarsi formalmente dal popolo ed immediatamente uccidere il popolo stesso, con abilità tale - però - da impedire qualsiasi reazione della propria vittima. La politica è in questo senso l'arte della distruzione, l'arte della mistificazione millantata e millantante, l'arte della sottrazione al popolo della sua anima di libertà. La politica è quello stupro, quel sacrificio di onestà, virtù, giustizia, verità, sull'altare delle più bestiali bassezze umane - qui nel senso di uomo come animale.
Il circolo vizioso non può invertirsi, perchè la politica non ha origini nè radice. Il circolo vizioso deve soltanto essere violentato con la medesima ferocia con cui la politica usurpa la libertà del popolo. E si può soltanto sperare che una simile violenza non comprima a tal punto - in quanto violenza - la libertà medesima, rendendo impossibile la restituzione al popolo della propria anima.
Magari essa fosse stata così ingenua da lasciare tracce di sè, da rincasare di tanto in tanto così da poter essere seguita lì, nel luogo della sua genesi, per poter intervenire su quella radice malata, l'origine di infiniti mali futuri.
La realtà è che noi dobbiamo guardarla ed accettarla così come essa è, la creatura mostruosa che sa generarsi formalmente dal popolo ed immediatamente uccidere il popolo stesso, con abilità tale - però - da impedire qualsiasi reazione della propria vittima. La politica è in questo senso l'arte della distruzione, l'arte della mistificazione millantata e millantante, l'arte della sottrazione al popolo della sua anima di libertà. La politica è quello stupro, quel sacrificio di onestà, virtù, giustizia, verità, sull'altare delle più bestiali bassezze umane - qui nel senso di uomo come animale.
Il circolo vizioso non può invertirsi, perchè la politica non ha origini nè radice. Il circolo vizioso deve soltanto essere violentato con la medesima ferocia con cui la politica usurpa la libertà del popolo. E si può soltanto sperare che una simile violenza non comprima a tal punto - in quanto violenza - la libertà medesima, rendendo impossibile la restituzione al popolo della propria anima.
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