20080628

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Un animo onesto non lo dice mai. Un animo onesto è onesto e tanto basterà sempre agli occhi della sua onestà. Un animo onesto pensa, guarda, immagina; e dopo agisce senza mai produrre attorno a il fumo pirotecnico del vanto, della valutazione riflessiva, della spiegazione di . Egli è e questo lo sa. Intorno a lui tanta nebbia pesante, duro per lo stomaco si figura ogni passo, duro doversi fare largo, tra luci bugiarde e persino false ombre. L'animo onesto non dà alcuna importanza all'immagine di , non la cura, non la considera in quanto immagine. Egli preferisce parlare di essenza, pura ed immediata sostanza. E solo così ragiona, perchè troppo esperto, suo malgrado, la vita lo ha reso dei mali devastanti e inevitabili di ogni cultura dell'apparenza. Un animo onesto sa che un animo onesto non abbisogna mai di parole per manifestarsi. Per gli animi onesti nient'altro che loro stessi, senz'alcuna mediazione, è il massimo della rappresentazione.Si affannano gli altri, gli animi nebbiosi. Essi sanno di non potersi mai presentare nudi dinanzi agli altri, perchè senza tanto fumo, tante parole, tante luci ed altri abbellimenti di superficie, troppo palese sarebbe l'evidenza della loro pochezza. Allora hanno, col tempo, trasformato la loro vergognosa e colpevole mancanza in sistema, in qualcosa di ordinariamente naturale, non più l'eccezione ma la triste regola. Dura l'azione di chi è animo onesto, animo che è, sa di esserlo, non lo dice mai. Dura, perchè onestà è diversità, scalpore, imbarazzante luce che svela ogni altrui misfatto od omissione. Vogliono rivestire anche lui, l'animo onesto, questi animi superficiali, con tante parole, tante superfici, così da potergli negare l'onestà, per poter negare in assoluto l'onestà. Ma l'animo onesto rimane onesto. Non soffoca sotto il fumo, non si indebolisce la sua luce di scandalo e d'offesa, anzi si rafforza e diventa bagliore. Non vacilla nella solitudine, l'animo onesto. Non si ferma nemmeno di fronte alla strada sbarrata, non ha paura di perire, non ha dubbi, non cede all'incertezza, mai lo sfiora la corruzione. Agisce e lascia che sia la sua onestà a parlare per lui. Non si lascia confondere dalle apparenze, dalle superfici che gli altri usano per nascondersi, per rappresentarsi con l'inganno. Egli è onesto e perciò abbatte senza pietà umana ogni velo di apparenza, svela ogni mistificazione, dimostra ogni frode. Un animo onesto non lo dice mai. Se lo dice si eguaglia agli animi superficiali, opera secondo apparenza, perciò smette di essere onesto. L'animo onesto è e questa è la sua grande forza, l'unica forza vera al di là delle menzogne. Uccidere l'animo onesto è renderlo martire in quanto l'onestà non muore con lui ma trapassa a vita più forte. si può uccidere l'onestà in luogo dell'animo onesto, perchè essa è l'unica vera forza, l'unica reale al di là dell'apparenza. E un animo onesto lo sa.

20080623

23.

Perde l'Italia. Perde la recidiva, miope, adolescente Italia, inciampa ancora contro se stessa, contro la sua incapacità di imparare dal passato. La nostra mediocrità ce l'abbiamo stampata addosso, inevitabilmente. Ancora una volta sopravvivono solo le chiacchiere, le vuote e retoriche parole ridicole di chi dopo il suicidio vuole ammazzare anche il cadavere. Magari sapessimo mirarlo quel corpo morto, triste vittima dei propri limiti! Magari sapessimo imparare a capire perchè, perchè cadiamo ripetutamente dove già è successo, nello stesso punto. Forse è ostinazione, siamo ostinati nel credere di poter sempre scampare la rovina, sempre nello stesso modo. Mai una volta che scegliessimo una strada diversa, la strada dell'umiltà e del sacrificio, oppure quella della forza che è dura a morire, il sacrificio coerente di chi tiene più cara la morte di una vittoria senza gloria. Solo la storia periodicamente sceglie di venire a salvarci per un . E allora noi crediamo che sia il frutto della nostra ostinazione cieca e per questo proseguiamo gioiosi di una riuscita che non ci appartiene davvero, come poi dimostriamo, quando non sappiamo più pedalare senza nessuno che ci sostenga impedendoci di cadere. Noi, popolo senza memoria, forse un giorno impareremo da noi, da ciò che siamo, forse guardandoci consapevolmente romperemo le nostre secolari tendenze all'autodistruzione. Forse... Un giorno... Ma c'è ancora tanto da lavorare. Per cominciare, c'è da iniziare il lavoro.