Un'arte che non ha radici, la politica. Sorvola la storia dell'uomo senza posarsi mai a terra, senza tornare mai a casa, là dove una spedizione di soldati dell'onestà (ma proprio per questo più strettamente uomini di chiunque altro - nel vero senso della parola "umano") possa giungere a depredare, distruggere, saccheggiare, "stuprare" così come oggi lei - la politica - non disdegna di stuprare costantemente il popolo.
Magari essa fosse stata così ingenua da lasciare tracce di sè, da rincasare di tanto in tanto così da poter essere seguita lì, nel luogo della sua genesi, per poter intervenire su quella radice malata, l'origine di infiniti mali futuri.
La realtà è che noi dobbiamo guardarla ed accettarla così come essa è, la creatura mostruosa che sa generarsi formalmente dal popolo ed immediatamente uccidere il popolo stesso, con abilità tale - però - da impedire qualsiasi reazione della propria vittima. La politica è in questo senso l'arte della distruzione, l'arte della mistificazione millantata e millantante, l'arte della sottrazione al popolo della sua anima di libertà. La politica è quello stupro, quel sacrificio di onestà, virtù, giustizia, verità, sull'altare delle più bestiali bassezze umane - qui nel senso di uomo come animale.
Il circolo vizioso non può invertirsi, perchè la politica non ha origini nè radice. Il circolo vizioso deve soltanto essere violentato con la medesima ferocia con cui la politica usurpa la libertà del popolo. E si può soltanto sperare che una simile violenza non comprima a tal punto - in quanto violenza - la libertà medesima, rendendo impossibile la restituzione al popolo della propria anima.
20090215
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